sabato 3 novembre 2012

Puzzi come una vacca


"Puzzi come una vacca!" o " sei fastidioso come una mosca" sono forse le frasi più scortesi da dire a qualcuno e lo si capisce solo vivendo in campagna.

Finiti di marchiare i più di 5800 agnellini nati in giro per i trenta paddock e più di Rossgole, si è passati al branding dei vitellini, lavoro da 007.

Così è stata più o meno l'introduzione di Hayley:

"Be careful and quick: they kick, and they can break you an arm, or a leg, or both, or your head!"

Avevo già preso un paio di calcioni da una mucca a Coonabarabran, ma non mi ricordavo che questi animali fossero così pericolosi e imprevedibili.

 

Si raduna la cattle in uno yard abbastanza grande, poi si dividono le mucche dai vitellini, e si fanno passare quest'ultimi per un corridoio strettissimo, spingedoli da dietro a bastonate e tirandogli la coda per farli avanzare. (non c'è da stupirsi che si incazzino!).

Una volta giunti alla fine del corridoio di staccionata, si apre il piccolo cancelletto e quando il vitellino esce piano piano (certo non di sua spontanea volontà) Frank lo immobilizza in una piccola gabbia metallica. 

Veloce check se è  female or male, tag nell'orecchio, vaccino e poi bom! si ribalta a terra la gabbia con il vitellino dentro. Se è maschio si procede con la castrazione (ovviamente e rigorosamente con un bel coltellaccio), mentre io sono addetto a tenere ferma la gamba scalciante del povero malcapitato, se no si passa direttamente alla marchiatura a fuoco. Tre bastoni di ferro sono tenuti in un piccolo fornelletto a gas, uno con le iniziali della proprietà e gli altri due con differenti numeri a seconda che sia un piccolo toro o una mucca. 

Con una gamba sopra il vitellino chiuso nella gabbia, urlante e "cagante" a più non posso (è un lavoro che richiede molte paia di pantaloni...), con forza si imprime il marchio nella pelle dell'animale, mentre l'odore di carne bruciata aleggia tra i tornado di mosche che provano ad infilarsi in bocca, nel naso, nelle orecchie, negli occhi, etc...

 

Certo non è un lavoro tranquillo come la caccia al maiale selvatico.

Nelle notti possibilmente senza vento e senza luna piena di Rossgole, è facile trovare in giro per i piccoli boschetti di eucalipto Kevin che porta a spasso i suoi cani da caccia per il pig hunting.

Tutto quello che bisogna fare in questo caso è stare seduti comodamente in macchina e girare e girare, finché i cani, dal retro del pick-up, fiutano qualcosa e si lanciano all'inseguimento. Nel buio silenzioso della notte le piccole lucine dei collari scompaiono e riappaiono come lucciole impazzite, costantemente monitorate dal segnale GPS della sofisticata ricetrasmittente che segnala ogni secondo a quanti metri e in quale direzione si trova il segugio, finché con un monotono segnale acustico segnala che questi hanno trovato la preda.

Il segnale acustico comunque non è necessario: l'urlo della scrofa è lancinante e disperato mentre i cani "per istinto naturale" (ipse dixit) dilaniano il collo della preda uccidendola.

In effetti abbiamo avuto una disavventura simile portando a spasso i cani di Frank, non appena questi hanno avvistato un canguro. Uccidere i canguri qui è illegale senza permesso, ma non penso che si potesse fare molto per fermare sei cani impazziti all'attacco.

Che siano maiali o canguri, quando il cacciatore arriva sul posto, l'animale è già bello che morto. Con il canguro non abbiamo potuto fare altro che constatare l'ora del decesso e mettere un paletto di legno di fianco per permettere a Frank di ritrovarlo il giorno dopo e di bruciare il corpo. Con i maiali si infierisce subito sul cadavere ancora caldo con il solito coltellaccio tagliando via le gambe e le parti più succulente ( in Australia il detto "del maiale non si butta via niente non esiste).

"Can u keep it please?"

E così eccomi lì, nel mezzo della notte, con due gamboni di maiale selvatico ancora caldi tra le mani...

 

Comunque sembra che io non faccia poi così tanto schifo come fattore: Frank ha deciso di tenermi a lavorare per almeno altre due settimane. La mia expallavolistabiondacongliocchiazzurrimezzatedescamezzafinladesemezzagnocca collega, invece, domani cambia farm e va a lavorare sempre qui vicino in un posto dove curano i cavalli da corsa.

Qui impazziscono per l'ippica e per il polo.

In questi giorni in Melbourne c'è la corsa di cavalli più grande e famosa d'Australia, un po' come il palio di Siena da noi. Un evento grandissimo e da non perdere per gli appassionati...

Dovrei giocare a fare il proprietario terriero anche questo weekend, ma sono abbastanza distrutto da due giorni intensi in cui ho dovuto pulire chilometri e chilometri di grondaie, appeso ad una scala e arrampicato sui tetti di roventi di lamiera. 

Divano, film, divano, e se smette di essere nuvoloso un tuffo in piscina.

Infondo per raggiungere gli 88 giorni di farm validi per il visto, ne mancano ancora 60...


P.S.
Questo post e' stato pubblicato in ritardo per alcuni problemi come: perdite massicce d'acqua nella macchina che hanno quasi causato la fusione del motore, galline in fuga, connessione a internet assente, blackout della rete elettrica, sfondamento misterioso della gabbia dei cani e rottura dei guanti da lavoro. Terribile weekend...

1 commento:

  1. Ma quindi del maiale gli australiani scartano le gambe?

    RispondiElimina