giovedì 18 ottobre 2012

The catcher in the paddock


Quante sfumature d’azzurro ha il cielo?
La collina di Rossgole sembra infinita. Le dune sconnesse di sterpaglia ed erbacce si arrotolano come un serpente tra pendii scoscesi e piccole gole, litigando con il cielo per avere un po’ più di spazio per estendere le loro lunghissime braccia lungo l’orizzonte.

E’ impossibile conoscere ogni angolo: ad ogni curva, ad ogni discesa, dopo ogni salita sembra aprirsi un nuovo mondo sempre più vasto. Nonostante in questi giorni abbia girato parecchio attorno per  condurre nei recinti le migliaia di pecore, piccoli punti bianchi che occupano circa il 2 per cento dell’intera tenuta, non sono ancora riuscito a vedere dove tutto questo finisce…

Domani, Venerdì, è l’ultimo giorno della prima delle (ahimè) tre settimane che devo trascorrere qui per il “Lambmarking”. Che cos’è? Un lavoro tutto muscoli e poco cuore.

Composta da Lamb (agnello) e Marking (marchiare), la parola sta ad indicare l’etichettatura e la conta degli agnellini nati durante la metà dell’anno. Si svolge ad Ottobre e a Maggio per circa 3000-4000 agnelli ogni volta.

A ogni agnellino viene applicata sull’orecchio, con una grande pinzatrice, una targhettina di plastica numerata e, qui viene la parte cruenta, vengono tagliati, con un bel coltellaccio, i testicoli e la coda. La prima per ovvie ragioni, la seconda per evitare problemi con delle specie di mosche-sanguisuga, che si attaccano alla coda delle pecore e, succhiandogli il sangue, rischiano di causare malattie e di farle morire.

Che ruolo svolgo io in tutto questo? Per fortuna non quello del “boia mozza code”. Io solo il Catcher.  Rincorro gli agnellini, li acchiappo, li sollevo, gli blocco le gambe posteriori e le incastro in una specie di morsa metallica, dove i poveretti vengono poi sottoposti al trattamento.

Mercoledì erano solo duecento circa, piccoli, di circa 2-3 chili l’uno. Oggi erano lo stesso numero, ma enormi, dai 5 ai penso più di dieci chili. E non è facile, soprattutto perché io non sono mai stato un “Mister muscolo”.

Quando finisce la marchiatura la mia occupazione è quella del giardiniere della mega-villa del proprietario della tenuta in cima alla collina, probabilmente la più bella casa in cui io sia mai entrato.

Anche se non capisco ancora perché io abbia dovuto smontare due balle di fieno per ricoprire la base di tutti gli alberi del giardino e perché la discarica dove ho portato la gigantesca montagna di erbacce strappate sia anche il posto dove tengono quei bestioni enormi dei tori da monta, per il resto anche questo lavoro è bello pesante, soprattutto perché di solito occupa sempre ogni primo pomeriggio, dopo la pausa pranzo mezzogiorno-una. Grazie a Dio il mio cappello da Cowboy di Coonabarabran, nonostante stia assumendo una forma sempre più indefinita a furia di maltrattarlo, fa il suo discreto lavoro, ma comunque per non ustionarmi devo lavorare con la maglia a maniche lunghe… la sauna australiana.

Domani si inizia alle 7 di mattina, ci sono circa un migliaio di agnellini che mi aspettano, per fortuna non sembrano particolarmente grossi. Ma hanno delle piccole cornina belle appuntite.

Ferite di guerra in arrivo…

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