venerdì 21 settembre 2012

Settembre è internazionale


Ci sono andato veramente vicino...
Ero lì con la padella in mano che "tra un po' gliela tiro in testa e finalmente riesco a lavorare in santa pace!" Nei miei Crazy Friday fatti di 14 ore di lavoro, arrivato alle nove e mezza di sera la fatica si fa sentire e se si hanno un sacco di cose da fare perché la sala è busy e perchè c'è da sciacquare le pentole allo chef, prendere la carne nella cella frigorifera, preparare il garlic bread, etc… si deve avere più spazio possibile e nessuno in mezzo a occupare il tuo spazio. invece quella checca isterica thailandese del "comandante in capo", chiamiamolo così, ha fatto su un casino che metà è abbastanza: a partire dagli ordini sbagliati in sala ad arrivare quando, per rimediare, si è improvvisato aiuto cuoco, piazzandosi sulla porta della cucina 2x2m, esattamente dietro al mio lavandino e alla lavastoviglie fermo immobile senza sapere quello che doveva fare, cercando di spiegare gli ordini con il suo inglese-thailandese assolutamente incomprensibile e di aiutare in qualche modo. Ma è il capo per il momento, visto che il padrone del locale è momentaneamente assente per problemi di salute, e io sono lì neanche da un mese, che gli puoi dire?!
Ma infondo è un bravo figliolo anche lui, che cerca di dare il massimo e di darsi da fare.  Tra Platinette e lui, però, c'è da dire che la prima a confronto è Rambo per la mascolinità. 
Vedendo che però me la stavo vivendo con troppo nervosismo, alla fine mi sono rilassato, ho appoggiato le padelle (che tra l'altro uscite dalla lavastoviglie a 80 gradi, sono bollenti…) e l'ho semplicemente maledetto in italiano con un sorriso a trentacinque denti.
Questo poco relax, oltre che dallo stress,forse è un po' dovuto anche alla gestione dei momenti busy al Caffè Amici. Qui si crea una bolla gigantesca di nervosissimo che sembra che debbano partire tazzine, bicchieri, pentole, pugni, calci da un momento all'altro, ma appena tutto è finito e ritorna la calma, sembra che tutti perdano la memoria di ciò che è successo e si ride e si scherza e l'atmosfera è la migliore dove io abbai lavorato finora.
I momenti pieni di un caffè o di un ristorante sono sempre ore di pressione incredibile, dove fare errori è veramente facile se non sei allenato a gestirla e sicuramente nel nervosismo o nello spazio stretto tutto la difficoltà e lo stress si moltiplicano. . Lì capisci la verrà importanza di contare fino a dieci. 
1, 2, 
"In cassa zione! Fammi il conto a questi signori, perpiacere
3,
"Bello di ti brucia il toast!"
4, 5…
"Pane e salsine al tavolo 4"
6..
"Bello, una chicken salad e un brown toast con il butter per il tavolo 32
7, 8..
Uno skim felt white take away
9,
toast con burro e vegemite, poca vegemite, stai attento a come tagli il panino,
10!

Dovevano insegnarmi tecniche più veloci, mannaggia!

Comunque la pasta per pranzo dello chef ripaga già da sola di tutti gli sforzi. Ora che ci penso sono già 5 giorni che non tocco i fornelli per farmi da mangiare. Sto quasi riabituandomi a mangiare come si deve. Purtroppo oggi a pranzo mi sa che mi tocca...

Settembre comunque è un mese internazionale. Anche dall'altra parte del mondo piove e la temperatura oscilla un po' su e giù.
Ieri dopo una mattinata di diluvio, per fortuna, uscito dal lavoro il meteo ha dato una tregua.
e ciò mi ha permesso di andarmi ad appisolare per una mezz'oretta su una panchina al Botanical Garden. E' incredibile come Sydney sia una città verdissima. A meno di un chilometro, in pieno centro, collegato al Botanical tramite Macquarie Street c'è Hyde Park, una versione in piccolo del più famoso Central di New York.
Così passeggiando su un prato finissimo da golf, abbassando lo sguardo di sembra di essere in campagna o in un quartiere residenziale di periferia, ma sopra gli alberi si staglia lo Skyline del centro città, con la torre di Westfield e la luna girata a mò di sorriso che sembra di tanto in tanto giocarci a nascondino.
George street e Town Hall, il cuore della città apprensiva e nevrotica, dove tutto accade velocemente e la gente cambia lavoro ogni due giorni, si trova esattamente a cinque minuti a piedi da un grande paradiso zen, che si incammina in discesa fino alla costa e all'Opera House tra serre e piante di ogni tipo. Tutto questo separato da giusto 3 vie parallele.

Mercoledì sera, si era invece a festeggiare il compleanno dello Zione, uno dei due proprietari del Caffè Amici, a Bondi, una delle spiagge più famose qui. E come al solito fuori dal locale si trova con la puntualità del cambio della guardia a Buckingam Palace l'australiano ubriaco.
Fermandosi per cercare di fare una conversazione, appena saputo che eravamo tutti italiani, ha iniziato a raccontare di come l'arrivo degli italiani e dei greci negli anni 60 abbia cambiato totalmente il volto all'Australia e di come la Sydney di oggi sia stata creata proprio da loro.
Di italiani della "seconda generazione"(cioè di origine italiana, ma nati in Australia), infatti, ce ne sono molti. Molti quando gli chiedi where are you from? ti rispondono orgogliosamente Italy, ma poi non sanno che dire un paio di parole in italiano o sono come Bruno, l'autista del M30 che ho incontrato Giovedì sera, che non sanno parlare bene l'italiano, ma conoscono abbastanza bene il dialetto dei loro genitori, spesso napoletano o calabrese.

A dispetto di quello che uno immagina, qui gli italiani (con le rispettive differenze nord-sud) sono i più grandi lavoratori tra tutti, alla pari o quasi con i cinesi e hanno una base culturale superiore a persone provenienti da molte nazioni. Essere qui fa rivalutare enormemente le potenzialità del nostro Paese, i suoi difetti e lo spreco di risorse e di persone incredibile che c'è.
L'Italia di Sydney è una comunità assolutamente non in crisi. Chissà come mai...

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