venerdì 31 agosto 2012

a month is raining

Il post del primo mese passato in Australia. Davvero? Wow…
Tutto d’un tratto oggi me ne sono reso conto.
Ritornando a fare visita alle amiche dell’agenzia dei backpackers in Woolloomooloo per ritirare la posta e per fissare la mia partenza per la farm tra due settimane, Sydney stava usando il massimo dei suoi poteri di magia illusoria. E’ veramente difficile figure out  di essere così lontani da casa. A volte sembra che il treno che prendi per andare a lavorare debba fare capolinea per forza  a Milano o non così lontano da essa. E soprattutto oggi, quando invece di far arrivare la primavera, il tempo sembra tornare indietro alle mie fini d’estate di Agosto in montagna. Pioggia, vento e un pizzico di malinconia.
Mentre finivo di pagare il corso di addestramento alla farm di metà settembre, di fianco a me, sentivo parlare con l’altra assistente un ragazzo palesemente italiano. Si può riconoscere facilmente in mezzo alla miriade d’accenti che incontri per la città, il maccheronic english italiano.
Appena arrivato da Bergamo, mi sono sorpreso di essere abbastanza esperto ormai della città quando mi ha chiesto di dargli qualche dritta su come trovare una casa e un lavoro. Lì ho realizzato in un secondo: da quanto sono qui?!
Il nome, però, era forse l’unica cosa che avevano in comune. Lui è qui con la sua ragazza.  Come lo sono i ragazzi che lavorano alla Vineria e come molti altri. Vedendoli, con un sorriso un po’ amaro, penso sempre che per loro è molto più facile.
Ed effettivamente lo è se penso alla mia casa dei cuori infranti che ha come capitano ovviamente me e Audry, la bionda francesina venuta in Australia per dimenticare il suo ex-ragazzo, ma che ha ottimi rappresentanti anche nel mio compagno di stanza e Maria, entrambi tedeschi, ed entrambi con i rispettivi fidanzati/e al di là dell’oceano, e nel fiorentino Marco che non ho ben capito, ma deve aver avuto una qualche delusione d’amore qui a Sydney o in giro per l’outback.
L’unica che si salva è Rina, la ragazza cinese, o almeno non sono molto ben informato sull’argomento per il momento, nonostante si passi molto tempo tutti quanti insieme a parlare delle proprie sventure.
Qui è come una seconda casa. Un posto dove ogni sera sono felice di tornare, di sedermi sul divano, di parlare, ridere, di liberare la mente da ogni problema.
E di problemi ce ne sono parecchi. Come ho già detto qui l’imprevedibilità è all’ordine del giorno e così se Venerdì scorso ho scritto un post in cui raccontavo di 3 lavori, oggi dopo una settimana di quei lavori non è più manco uno.
Mi spiego. La vendita dei contratti sta settimana è stata assolutamente fallimentare per me. Non so se è sfortuna o pura incapacità, ma siamo a ben quota zero.  Settimana prossima tutto l’ufficio è in viaggio in giro per l’Australia, qualcuno in Tasmania, qualcuno a PortMacquarie qui in NSW, ma siccome non me la sentivo di enjoy the roadtrip, soprattutto perché non ho molti soldi per mantenermi per il momento, sarò ufficialmente disoccupato. Il bar super trendy nella zona Gay, dopo avermi chiamato Domenica dicendo di andare lì a lavorare, mi ha richiamato dopo un’ora dicendo di non andare più perché dovevano “rivedere la scaletta dei turni e che mi avrebbero richiamato in settimana”. Alla Vineria del signor Enzo, invece, stasera non c’erano molte prenotazioni, quindi non c’era bisogno di me.
Ma anyway meno male che ci sono i miei compagni di casa che mi vengono a svegliare dalla meritata pennichella delle sei di pomeriggio riempiendo le mie orecchie dei muggiti del digeridoo.
E meno male che a volte si incontrano persone durante il lavoro, che si fermano a parlare e ti riempiono di storie incredibili che senza volerlo ti fanno vedere la soluzione più facile per tirarti su il morale, come il sarto italiano settantenne di Penright  e la sua morale banale quanto vera “per essere ricchi bisogna essere poveri”. Sempre meglio di quella del siciliano di Catania che ogni volta che aveva dei problemi con qualcuno gli puntava un coltello nella pancia. Detto così è fuorviante, ma in realtà parlando di mafia, anche lui aveva un insegnamento da dare: “se non hai paura, loro non ti toccano. Se hai paura, te ne fanno di tutti i colori”.
Ma anche in fase di consigli sulla vita a casa sia molto forniti. C’è un detto cinese infatti sul viaggio che dice più o meno così:

“Ci sono due cose da sapere sul viaggio. La prima è che quando qualcuno non trova le risposte che cerca a casa sua, le troverà viaggiando. La seconda è che qualunque errore commetterai durante il tuo viaggio, fa parte del tuo viaggio e della ricerca di quelle risposte.”

Ma tra una cosa e quell’altra eccoci qua sul divano. Tre uomini disperati in casa a guardare Le ragazze del Coyote Ugly,  passando il Venerdì sera a lottare con un lettore DVD ormai andato, troppo stanchi per uscire, troppo poveri per andare a spendere soldi in un locale, troppo sentimentalmente soli per non riuscire a staccare gli occhi di dosso allo schermo.

Stasera in Italia dovrebbe vedersi la Luna Blu, comunque. Qui è ancora tutto coperto, quindi non posso dare alcuna anticipazione per il momento. Una volta a Milano però mi ricordo di aver visto la luna rossa in un posto speciale con una persona che era davvero speciale, e che probabilmente non leggerà mai questo blog.
Non so in effetti quanti in realtà lo stiano leggendo, a quanti interessa o interesserà quello che ho scritto e scriverò.
Ho una lista molto lunga di persone nella mia testa a cui penso mentre scrivo queste righe, una lista molto lunga che mi accompagna tutti i giorni e che anche senza lavoro e senza piani definiti per il futuro mi dà la forza per cercare di trasformare ogni giorno, anche banale, in una avventura.

1 commento:

  1. Non credo pensassi a me mentre scrivevi, ma ti leggo sempre volentieri!
    E quest'anno non abbiamo più la squadra di calcio: ci hanno accorpato con l'open A.

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